(nome italianizzato di
Pierre Favre o
Lefèvre). Giurista
francese. Legatosi a Ignazio di Loyola nel periodo di cui si trovava
all'università di Parigi (1528-35), ne divenne discepolo, dichiarandosi
disposto a dar vita al nuovo Ordine proposto dal Loyola. Ordinato sacerdote, fu
tra i sei discepoli del Loyola che a Montmartre, il 15 agosto 1534,
pronunciarono, insieme col maestro, il famoso voto con cui si impegnavano a
dedicare la propria vita a Dio, in povertà e castità in Terrasanta
o, se ciò fosse stato impossibile, offrendo i servigi al papa. Dopo aver
compiuto ciascuno la propria istruzione, i compagni si incontrarono nel 1537 a
Venezia, porto d'imbarco per la Palestina. Lo scoppio della guerra tra Venezia e
la Turchia rese il viaggio impossibile ed il
F., insieme con D. Lainez,
accompagnò Ignazio a Roma, dove ottenne la cattedra di teologia alla
Sapienza. Nel 1539 furono convocati a Roma, anche gli altri compagni e il 24
giugno venne presa all'unanimità la decisione di rimanere uniti e di
aggiungere ai voti di castità e di povertà quello di obbedienza ai
superiori. Venne redatta in cinque paragrafi la
Formula instituti, prima
codificazione scritta della Compagnia di Gesù e
F., insieme con i
sei confratelli, pronunciò i voti solenni nella chiesa di San Paolo fuori
le Mura il 22 aprile 1541. Negli anni seguenti svolse la propria attività
soprattutto in Germania. Si recò inoltre in Spagna e Portogallo.
Richiamato in Italia, per partecipare al Concilio di Trento, morì pochi
giorni dopo il suo arrivo a Roma. Lasciò un interessante
Memoriale. Fu beatificato da Pio IX nel 1862 (Villaret, Savoia 1506 -
Roma 1546).